La giornata mondiale dedicata al Pianeta Terra è tutti giorni.
Perché non basta ricordarci di lei solo il 22 Aprile.

Simon Duhamel e Ian Langohr per la Giornata Mondiale della Terra 2014
In occasione della manifestazione 2014 per la salvaguardia della Terra, il duo composto dall’artista Ian Langohr e il fotografo Simon Duhamel ha proposto una versione creativa del destino del nostro pianeta.
Questa volta la bravura ed il talento fotografico ed artistico di Langohr e Duhamel sono diventati il mezzo d’eccellenza per urlare al mondo che la Terra sta morendo.
Una campagna stampa e TV progettata sottolineando l’importanza della salute della Terra, al fine di tutelare il nostro futuro.
Grazie alla creatività ecologica, è nata un’idea semplice e diretta per celebrare la giornata mondiale della Terra.
Una struttura visiva così leggera da aver bisogno di poche parole.
Tutta l’attenzione è catturata dall’immagine geniale costruita da Langohr e Duhamel.
La delicatezza della musica introduce alla brutale distruzione della fauna, ed indirettamente della flora della Terra.
Grazie anche ad un video di pochi secondi, Langohr e Duhamel hanno raccontato la triste storia causata dal brutale intervento dell’uomo sulla natura.
Ispirato al gioco della pignatta, Langohr e Duhamel hanno costruito il racconto visivo del futuro del nostro pianeta. Secondo le usanze del gioco, i bambini bendati si divertono a colpire una pentolaccia di carta dalla quale, una volta rotta, cadono dolci e caramelle. Per ricordare il destino della Terra, i due artisti hanno attaccato alla corda alcuni animali a rischio, realizzati con la cartapesta. Ma, una volta colpiti, cadono solo rifiuti.

Simon Duhamel e Ian Langohr per la Giornata Mondiale della Terra 2014
Il bianco del pavimento si sporca di plastica, latta, ferro e di tutti quei materiali che l’uomo riversa in natura senza alcuna cura. L’incantato habitat naturale si sta lentamente trasformando in una discarica fatta degli scarti della vita di ognuno di noi. Gli uccelli atterrano su terreni di rifiuti, i pesci affogano nei fondali di plastica marina e tutti ingoiano la nostra immondizia.
Si dice che siamo ciò che mangiamo. E allora non dovremmo mai dimenticare che, nutrendoci di flora e fauna infettata dai nostri rifiuti, anche noi finiremo per ammalarci della nostra stessa immondizia.